Disclaimer: Attenzione, questo post è l’unico in italiano sul web scritto da chi conosce realmente Pelagosa e ci è stato più volte.

Pelagosa, o Palagruza, è un piccolo arcipelago disabitato (quasi) che si trova al centro del mare Adriatico.
Amministrativamente appartiene alla Croazia anche se è più vicina alle coste italiane (al Gargano in particolare).
Proprio per questo, quando l’Adriatico era conteso tra Impero Austro-ungarico e Regno D’Italia, ci sono state diverse dispute a cui seguirono episodi bellici che hanno interessato direttamente l’isola.


Dal punto di vista geologico e naturalistico l’isola, o meglio le isole visto che esiste anche un piccolo scoglio chiamato Pelagosa piccola, è molto simile alle Tremiti ed al Gargano, e costituisce quel ponte trans-adriatico che ha permesso a molte specie floristiche di “viaggiare” da una costa all’altra.
Non solo le piante, anche gli uomini hanno usato queste isole per spostarsi, come hanno testimoniato i diversi ritrovamenti archeologici che vanno dal neolitico fino all’epoca romana.
Esiste l’ipotesi che l'”isola diomedea” citata anticamente sia questa, e non le Tremiti, e che quindi l’eroe “Diomede” sia stato sepolto qui; a supportare l’idea che questo fosse un luogo a lui dedicato c’è il ritrovamento di un frammento di vaso con inciso, in greco, il nome Diomede.

Perché andare a Pelagosa
L’isola principale, Pelagosa grande, si erge come un blocco roccioso con pareti alte e a strapiombo che arrivano a 100 metri sul livello del mare.


In un certo senso l’isola, protagonista di vari libri tra cui un romanzo di Rumiz, è un piccolo paradiso ed una meta ideale per lupi di mare o per chi ama raggiungere luoghi sperduti e dall’anima selvaggia.
Sull’isola, infatti, non ci sono molti servizi per turisti: non c’è un attracco per le imbarcazioni (si deve scendere in acqua), non ci sono bagni pubblici, il segnale telefonico italiano non è sempre presente con tutti gli operatori, non ci sono bar o negozi dove acquistare acqua o cibo.


Dormire a Pelagosa
L’unico edificio presente, oltre ad alcuni ruderi di inizio ‘900, è il grande faro costruito dagli austriaci a fine ‘800.
La sua costruzione fu molto importante per la sicurezza della navigazione in Adriatico.
Di notte la sua luce è ben visibile dal Gargano quando le condizioni meteorologiche lo permettono, così come è visibile tutta l’isola durante il giorno scorgendo lo sguardo verso nord-est.
Nel faro lavorano e vivono, a turni, 4 faristi insieme alla rispettive famiglie.
La struttura ha diverse camere e permette di ospitare chiunque voglia venire qui a vivere la solitudine e la magia di questo “scoglio” in mezzo all’Adriatico, un’esperienza più unica che rara!




Cosa vedere a Pelagosa
La principale motivazione per visitare Pelagosa è il suo mare incantevole, tra i più belli dell’Adriatico, cristallino, pulitissimo, meraviglioso, un mare che invita a tuffarsi, a nuotare.
Il mare di Pelagosa è ricchissimo di specie ittiche e si narra di pescate leggendarie ma attenzione, la pesca subacquea è vietata!
I fondali sono spettacolari e ricchi di vita, anche a pochissima distanza dall’isola, apprezzabili anche facendo snorkeling.
L’isola ha due spiagge, una a nord ed una a sud, dove è possibile scendere (nuotando).
Purtroppo soprattutto la spiaggia a nord è anche ricettacolo di rifiuti portati dal mare.


Dalle spiagge partono due sentieri che permettono di raggiungere il faro costruito nel 1875 a 103 metri d’altezza.

L’accesso al faro normalmente non è consentito ma si può apprezzare l’imponente struttura in blocchi di pietra, ricostruita in parte dagli italiani negli anni della guerra, dall’esterno.
La natura dell’isola è selvaggia, con la presenza di sole piante basse: non ci sono alberi ma sono presenti diverse piante rare.
Non ci sono mammiferi se non ratti (non li vedrete) mentre tra i rettili troverete facilmente numerose lucertole e, avventurandovi fuori sentiero, qualche innocuo biacco.
Tra gli insetti prestate attenzione a spostare rocce, soprattutto sull’altopiano dell’isola, dato che è stata segnalata la presenza della vedova nera (e sull’isola la gestione delle emergenze sanitarie è abbastanza difficile se non impossibile).
Se vi interessano la flora e l’aspetto fotografico, sicuramente il periodo consigliato per visitare l’isola è tra aprile e maggio, quando c’è la spettacolare fioritura, tra le altre, dell’euforbia arborea.

Com’è il clima di Pelagosa
Il clima da maggio a settembre è abbastanza caldo, le precipitazioni sono scarse ma l’isola è soggetta quasi sempre ai venti tanto che trovare mare “piatto” è davvero difficile.
Con i venti prevalenti da nord nord-ovest, come il maestrale, tuttavia, la spiaggia a sud offre sempre tranquillità e permette di fare nuotate indimenticabili!
Come arrivare a Pelagosa
Non c’è un servizio pubblico di trasporto da e per Pelagosa, ma ci potete arrivare in barca, sia con la propria se si è così fortunati da possederla oppure potete raggiungerla grazie ai servizi organizzati da noi di Gargano Natour!

Badate bene, l’isola è una destinazione remota ed il mare può essere imprevedibile, meglio affidarsi a chi, come noi, conosce già quei mari e le caratteristiche delle condizioni meteo-marine.
Insieme a Verga Nautic Jet organizziamo escursioni guidate a Pelagosa con partenza dall’Italia, in particolare dal porto di Rodi Garganico, al nord della Puglia (in collegamento diretto tramite Statale 693 con il casello autostradale di Poggio Imperiale A14).
La nostra è più di una normale escursione/visita guidata, è quasi un’avventura che vivrai con chi conosce davvero l’isola in tutti i suoi aspetti: abbiamo effettuato, infatti, numerosi studi ricercando documenti e fonti originarie (sin dal XVI secolo) sulla storia e sulla natura di Pelagosa.
